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La maledizione di una ninfa ti può costringere a dover fare volontariamente ogni singolo respiro
Si narra che la ninfa Ondina si fosse innamorata di un mortale di aspetto molto avvenente: per lui era disposta a rinunciare a ogni cosa, persino all’immortalità. Eppure, il bel farfallone continuava a dedicarsi ad altre leggiadre fanciulle (“insomma, continuava a scopazzare in giro”, cit.), così che la ninfa, offesa, si rivolse al proprio divino padre, Odino, per chiedere una punizione all’amante infedele. Risultato: colui che aveva voluto pensare a troppe donne, si ritrovò costretto a pensare a ogni respiro per evitare di rimanere letteralmente senza fiato. La cosiddetta “maledizione di Ondina”, strano ma vero, è proprio questa. Ciò si basa sul fatto che i nostri muscoli respiratori sono controllati da due vie: una involontaria, che non dipende dal nostro controllo cosciente; e una volontaria, che possiamo direttamente controllare. Le due vie, ecco la particolarità, sono separate e corrono in zone diverse del midollo: alcune lesioni molto particolari possono quindi danneggiare solo la via per il controllo automatico, che viene così perso, lasciando intatta quella che però ci consente di respirare volontariamente. Un bello stress doversi ricordare ogni quattro secondi di respirare! E nel sonno, vi chiederete voi? Cominciate allora a capire perché la maledizione sia decisamente un problema. (tratto da http://triptofun.blogspot.it/)